Figli di Mafia: diritti e responsabilità genitoriale. Tavola rotonda tra gli operatori del settore.

foto 3In data 9.5.2015, A.GIU.S ha organizzato il convegno dal titolo “Figli di Mafia: diritti e responsabilità genitoriale. Tavola rotonda tra gli operatori del settore.”.

Tale evento formativo si è svolto presso la Biblioteca Francescana di Palermo al fine di coniugare i rilevanti temi di diritto con una mostra d’arte.

Infatti, nella stessa sala nella quale si è tenuto l’incontro, è stata presentata la mostra dal titolo “L’arte ricorre in soccorso della cultura”.

L’evento è stato introdotto dall’Avv. Roberta Ribaudo e moderato dall’Avv. Daniela Piccione, esperta in diritto di famiglia e tutela dei minori nonché Delegato Nazionale ANFI per la regione Sicilia. Hanno partecipato con entusiasmo illustri operatori: l’Avv. Andrea Dell’Aira (Avv. Di Libero Futuro), il Dott.Vittorio Teresi (Procuratore aggiunto dela DDA di Palermo), la Dott.ssa Sar Bertorotta (Psicologa e Giudice Onorario del Tribunale per i Minorenni di Palermo).

È stato analizzato, sotto molteplici sfumature, il delicato tema della tutela dei minori membri di famiglie radicalmente coinvolte nella criminalità organizzata.

L’obiettivo posto si sostanziava nell’individuazione della personalità dell’adulto associato di Cosa Nostra e la possibile influenza che il contesto familiare potesse avere nella crescita e nella formazione del minore spaziando dai risvolti giuridici, psicologici e pratici.

Inoltre, si sono affrontate le tematiche relative al collegamento delle diverse procure (adulti e minori) e all’adozione di provvedimenti limitativi della responsabilità genitoriale quali, ad esempio, la nomina di un curatore speciale che potesse affidare il minore al servizio sociale per inserirlo in una comunità fuori dal territorio della regione di origine al fine di farlo seguire da operatori professionalmente qualificati in grado di fornirgli una serie alternativa sul piano culturale e sociale. I relatori si sono interrogati sull’opportunità di tale ipotesi e se la stessa fosse funzionale all’obiettivo di sottrarre il minore da un destino che sembrerebbe ineluttabile consentendogli di sperimentare contesti culturali e di vita alternativi che possano affrancarlo dalla famiglia d’origine.

In sostanza: una sfida per la tutela di intere generazioni, futuro di mafia o di legalità per se stessi e per il territorio in cui vivono.

Non è un caso che tale incontro sia stato organizzato il 9 Maggio, anniversario della morte di Peppino Impastato, figlio di mafia ma Uomo di Legalità.

A cura dell’Avv. Roberta Ribaudo